Mercoledì, 11 Febbraio 2015 10:39

VERDUCI FRANCESCO 1913*

Written by  Antonina Verduci
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VERDUCI Francesco 21.09.1913 - 31.03.1998

 

E' molto chiara nel mio ricordo l'immagine di mio padre che raccoglieva le proprie cose in una cassetta di legno, che caricava su una spalla e, dopo aver salutato la moglie e noi figli, usciva nella notte per raggiungere, a piedi, Lazzaro dove avrebbe preso il treno per la Sicilia.

Stava via per mesi e, qualche volta, anche per anni e noi figli siamo cresciuti con il peso della sua mancanza. Quando tornava a casa, la nostra reazione lo faceva soffrire, perchè per noi era quasi un estraneo e lui chiedeva a mia madre: "Rosa perchè piangono i bambini?". Noi bambini piangevamo per soggezione, perchè non eravamo abituati ad avere quest'uomo, affaticato dal pesante lavoro, in casa.


Un episodio in particolare mi ritorna in mente. Nel 1950 quando si è verificata la disgrazia di Troina in Sicilia, mio padre è rimasto intossicato dalle esalazioni del gas esploso. Non ricordo esattamente come si sono svolti i fatti perchè ero molto piccola, ma so che mio padre, dopo l'esplosione, è entrato in galleria per soccorrere i suoi compagni, restando ferito e privo di conoscenza. Nella mia memoria è ben presente la processione di parenti ed amici che, diffusasi la notizia del disastro, venivano a chiedere notizie e a manifestare la loro solidarietà.

Solo ora divenuta adulta ho capito il valore delle sue assenze ed i grandi sacrifici che ha fatto per la famiglia, trascorrendo gran parte della sua giovinezza a lavorare instancabilmente nel buio delle gallerie respirando quella polvere cattiva che ha rovinato la sua salute.
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Documento inserito da: Antonina Verduci (figlia)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 19 del 29.09.2009

 

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