Mercoledì, 11 Febbraio 2015 08:31

FERRARA DIEGO 1919*

Written by  Vincenzo FERRARA
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DIEGO FERRARA 05.09.1919 - 25.07.1994    

 

Diego FERRARA nasce a Motta S. Giovanni il 5 settembre 1919.

Nel 1938 a soli diciannove anni lascia il suo paese per andare a Bolzano dove inizia a lavorare, tra mille difficoltà, alla costruzione di gallerie ferroviarie e trafori. I primi tempi sono difficili, durante la prima settimana e' costretto a sistemazioni di fortuna, ma la presenza di compaesani lo aiuta a integrarsi e a cominciare qust'avventura lavorativa che lo porterà in giro per l'Italia, in città come Sondrio, nella Maremma Toscana, in Sardegna, fino ad approdare in Sicilia, nella bellissima Taormina, per la costruzione dell'autostrada Messina-Catania, ultimo suo lavoro.

Il lavoro in galleria viene, però, bruscamente interrotto dalla II guerra mondiale. Diego fa parte del reparto avieri, e nel 1945 lungo la strada Orbetello-Siena, viene attaccato, assieme ai suoi commilitoni, dai nazisti. Tutti sono trucidati; lui e' tramortito con il calcio del fucile, e lasciato a terra con il cranio sfondato. Viene dichiarato morto, in realtà una famiglia di Manciano (Grosseto), lo porta in salvo in casa propria e lo cura nascondendolo; lo porta all'ospedale di Siena e lo aiuta nella lunga e difficile convalescenza.

Quest'episodio segnerà la vita di Diego, il ricordo dell'attacco nazista lo porterà a vivere momenti di paura e sconforto.

Dopo la guerra si sposa e ha 2 figli. Con la responsabilità di una famiglia sulle spalle, riparte in giro per l'Italia, alternando momenti positivi a momenti di sconforto, che lo costringeranno a non lavorare per alcuni periodi. La fortuna di Diego, però, nonostante la terribile esperienza passata, e' la presenza dei suoi paesani.

L'affetto, la solidarietà, il legame che unisce questi uomini, permetteranno a Diego di rimettersi in carreggiata e riprendere a lavorare. Purtroppo però il destino di questi uomini e' legato ad una malattia terribile, che e' la silicosi.

Giovani uomini, appena trentenni muoiono nel piccolo centro di Motta S. Giovanni. La malattia porta sofferenza, e lentamente, giorno dopo giorno, soffoca giovani vite.

E' il prezzo più alto da pagare per chi fa questo mestiere, insieme ai sacrifici e alla nostalgia per la lontananza da casa. Nostalgia mitigata solo dall'affetto e dall'amicizia di chi condivide lo stesso destino, gli amici, partiti insieme, o quelli che sono già nelle città in cui Diego si sposta per lavorare, che lo ospitano, lo aiutano e lo confortano.

L'ultimo lavoro che farà Diego sarà in Sicilia, a Taormina, non troppo lontano da casa, poi il 25 luglio del 1994 la silicosi si porterà via anche lui, facendogli, ancora una volta, raggiungere i tanti amici compaesani che gli sono stati vicini in vita.

Il lavoro faticoso fatto da Diego ha permesso ai suoi figli di studiare, di trovare un lavoro e di farsi a loro volta una famiglia. Oggi Diego, se fosse ancora tra noi, potrebbe godersi i suoi nipoti, di cui uno porte il suo nome, ma la "malattia della miniera", purtroppo, non ha permesso a qust'uomo, prima di veder crescere i suoi figli e poi di poter fare il nonno.

E' il duro prezzo che ha pagato chi, come lui, e' partito da questo sud, in cerca di una vita migliore.

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Documento inserito da: Vincenzo FERRARA (figlio)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 83 del 17.11.2011

Read 1789 times Last modified on Domenica, 10 Aprile 2016 19:23

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