Caduti per silicosi A/F (203)

Martedì, 14 Aprile 2015 07:49

DIANO SANTO GAETANO 1891*

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DIANO Santo Gaetano 1891 - 1957

 

Ha lavorato in tante parti d'Italia, tra cui alla galleria "Serchio-Castelnuovo Garfagnana" (LU) nel 1916, a Roma per l'impresa Cidonio (1940) ed al cantiere di Laces Val Venosta (BZ) nel 1947.

 

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Articolo inserito da: Attilio DIANO

Prot. n. 27 del 25.03.2015

(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)

Martedì, 31 Marzo 2015 08:17

CHECCO LORENZO 1923*

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CHECCO LORENZO 24.11.1923 - 04.08.1969

 

E' partito da Lazzaro all'età di 14 anni per andare a lavorare a Roma, poi è stato in Valle d'Aosta, Sardegna, Sicilia, per poi tornare a Roma, dove è deceduto all'età di 46 anni.

.....

Caro papà,

abbiamo conservato gelosamente la tua valigia di cartone e ogni tanto vado a guardarla. Adesso è vuota, ma quando sei partito era piena di speranza e di progetti, ed il tuo lavoro in galleria era finalizzato ad uscire dall'altra parte con la conquista di un futuro migliore per la tua famiglia.

Sei tornato ancora tanto giovane ma purtroppo malato di silicosi ... Oh se mi ricordo delle tue notti passate alla finestra affannato d'aria!!

Chi poteva immaginare che un sogno ti avrebbe tolto il respiro? Per questo, per noi papà è stata triste la fanciullezza, prima la malattia, poi te ne sei andato lasciando anche mamma in un immane dolore e nella difficoltà di portare avanti due figli di appena sette e otto anni da sola.

Tristi si, ma ricchi di tutti i valori che, con la tua pur breve presenza nella nostra vita ci hai inculcato. Per questo papà i tuoi sacrifici sono stati ripagati e non sono stati vani, abbiamo un lavoro e splendide famiglie. I tre nipoti che non hai potuto conoscere sanno tutto di te, dei tuoi sacrifici, della tua purezza d'animo. Anche loro sentono, quando andiamo in paese, ancora oggi, a distanza di 46 anni come tutti parlino di te con affetto e rispetto perché chiunque ti abbia conosciuto ti ha voluto bene.

Caro papà, sentivo da tempo il bisogno di scriverti, di avere un colloquio più intimo con te e per questo motivo ringrazio l'Associazione Minatori del Comune di Motta S. Giovanni che mi ha dato la possibilità di esprimere emozioni e sentimenti, di ricordarmi e ricordare ancora una volta che tu ci sei sempre accanto, sei il migliore papà che potevamo immaginare per noi, fino a diventare un esempio anche per i nostri figli.

Nessuno di noi ti potrà mai dimenticare, io ti porto nella parte più cara del mio cuore.

Ciao papà.

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Documento inserito da: Gisella CHECCO

Prot. n. 22 del 25.03.2015

(Documento conforme a quanto riportato nel modulo d'inserimento dati)

Martedì, 31 Marzo 2015 07:41

CALABRO' VINCENZO 1911*

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CALABRO' Vincenzo 11.11.1911 - 03.09.1991

 

Già nei primi anni '20, a quattordici anni, con la qualifica di "boccia", faceva le prime esperienze con il mondo del lavoro e in modo particolare, con quello dei minatori grazie ad un cugino che se l'era portato con se poichè, pur se molto giovane, dimostrava nel fisico più anni di quelli che aveva in realtà.

Erano in Sila per il ripristino di un acquedotto.

Ben presto, dopo le prime esperienze, operò presso altri cantieri in giro per la penisola: Roma, Cuneo, Trento, Torino, Catania.

L'inizio da manovale, lo vide dopo poco portato al "grado" di minatore in quel di Torino. La qualifica crebbe con l'esperienza e presto divenne capominatore, per passare capoimbocco e da li a poco, assistente che conserverà fino al termine del suo impegno lavorativo.

Molte le ditte per le quali svolse le sue mansioni. Tante le persone con le quali lavorò e fraternizzò, del nostro comune che nei suoi racconti, da pensionato, ricordava con affetto e simpatia.

L'anno 1971 lo vide ritirarsi definitivamente dalla vita lavorativa e godersi il meritato riposo e la famiglia dopo quasi 41 anni di contribuzione.

La famiglia, che lo vedeva presente di rado e per brevi periodi, risentendo in maniera significativa l'assenza della figura paterna.

Ricordo mio padre come colui che riempiva ogni vuoto, a cui ci si rivolgeva dandogli del Voi. Era questa una forma arcaica di rispetto e nello stesso tempo, di soggezione verso chi era quasi uno sconosciuto.

Il periodo delle feste natalizie, e talvolta nemmeno queste, ci regalava la sua preziosa presenza per periodi spesso molto brevi. Erano, comunque, questi i momenti nei quali, la famiglia tutta, rivolgeva a lui tutte le attenzioni e premure prima che fosse giunto il momento di riconfezionare la valigia per la ripartenza.

Nel 1973, da pensionato, incominciarono, purtroppo, i primi segnali di un fisico segnato dalla silicosi e non solo.

Tra alti e bassi si giunse al 1991, ed il 3 settembre ci lasciò definitivamente.

 

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Articolo inserito da: Santo CALABRO' (figlio)

Prot. n. 23 del 25.03.2015

(Documento conforme a quanto riportato nel modulo d'inserimento dati)

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 09:24

FULGIDO ANTONINO 1931*

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FULGIDO Antonino 27.09.1931-24.12.2002    

 

Ha lavorato all'estero in Francia ed in molte regioni italiane come Sicilia, Calabria nella cittadina di Favazzina, Melito Porto Salvo ed altre ancora.

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Documento inserito da: Teodora BATTAGLIA (moglie)
Prot. n. 50 del 26.06.2012
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 09:21

FRANCO DOMENICO 1923*

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FRANCO Domenico 26.05.1923 - 08.04.1999    

 

Carissimo Papà,
mentre ti scrivo, la mente va indietro nel tempo e mi sembra solo ieri l'ultima volta in cui abbiamo parlato insieme.

Dura è stata la tua esistenza, precocemente hai conosciuto il dolore ...., ma hai saputo stringere i denti e andare avanti lungo il difficile cammino della vita, confortato dall'amore della tua sposa e dei tuoi figli.

Se chiudo gli occhi, ti vedo ancora qui, vicino al caminetto, che nelle lunghe e fredde sere d'inverno riscaldava la nostra casa, vicino alla tua famiglia, riscaldata dal calore delle tue parole e dalle tue battute argute.

Tanti, troppi sono stati gli anni in cui hai dovuto lasciare i tuoi affetti più cari per andare a lavorare lontano, per andare a respirare quella maledetta polvere che, lentamente e inesorabilmente si annidava nei tuoi polmoni, rubandoti la gioventù e la vita.

Torino, Bardonecchia, Susa, Moncalieri, Oulx, Cefalù, Termini Imerese: sono queste alcune delle città in cui hai lasciato tracce del tuo lavoro e della tua onestà.

Mi ricordo che la tua assenza diventava una pena indicibile per tutti noi, soprattutto in quei giorni che precedevano la festa del Santo Natale. Non avendoti accanto, avvertivamo una ferita al cuore, che nessun regalo al mondo poteva guarire ... perchè tu eri lontano.

Ma, come accade nelle fiabe, tu arrivavi all'improvviso e, come per incanto, la malinconia lasciava il posto ai baci, alle carezze, agli abbracci, alle caramelle, alla cioccolata e ai dischi, che avrebbero dato un ritmo particolare a quei giorni di festa. Adesso non voglio lasciarmi vincere dalla nostalgia, perchè tu sei e sarai sempre con noi.

Tu vivi nell'infinito amore della tua cara moglie Caterina, tu accompagni, con il tuo dolce sorriso e la tua mano invisibile, il cammino delle tue adorate figlie:Santa, Aurora e Filomena. Tu vivi anche nel mio cuore e mi dai sempre la forza per affrontare il presente e i miei giorni futuri.

CIAO PAPA'
Tuo figlio Nino

P.S. un saluto speciale dai tuoi generi:
Carmelo, Pasquale, Pino.

Un forte abbraccio dai tuoi nipoti.

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Documento inserito da: Prof. Antonino FRANCO (figlio)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 46 del 24.11.2009

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 09:13

FRANCO BRUNO 1907*

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FRANCO Bruno, 1907-1979    

 

Uomo di grande bontà e serietà; lavorò in tante parti d'Italia, tra cui Madonna di Campiglio, S. Giovanni in Fiore, Caserta, Troina, Bagnara, Scilla.

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Documento inserito da: Maria Teresa FRANCO (figlia)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 92 del 22.11.2011

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 08:34

FERRARA DIEGO 1927*

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FERRARA Diego 22.04.1927 - 23.03.1991

 

FERRARA Diego nato a Motta San Giovanni il 22.04.1927, figlio di una famiglia numerosa. Emigrato nel 1949 all'età di 22 anni per cercare un'occupazione migliore. All'epoca l'unico lavoro più sicuro era lavorare in galleria come minatore.

Seguendo le orme del padre e di altri, partì ed arrivò a Bolzano e trovò il suo primo impiego. Un lavoro difficile, pieno di sacrifici, pericoli, umido, freddo e soprattutto lontano dalla sua terra natia. Verso la fine degli anni '50 cambiava cantiere per avvicinarsi più possibile verso casa, dove, nel frattempo aveva messo su famiglia.

Durante il lavoro si è trasferito nelle varie città: Savona, Cesarò, Rutino, Pisciotta, Marina di Maratea, Maida di Potenza, Favazzina, Scilla, S. Caterina e Troina. Nell'ultimo luogo citato (Troina) successe una disgrazia dove lui è stato presente, ma fortunatamente uscito indenne, ma dove tanti altri hanno trovato la morte, sia siciliani che calabresi, alcuni anche compaesani. Su questo episodio raccontava a noi figli di come salvò la vita ad un suo collega di Motta, Antonino FULGIDO, prendendolo di peso sulle spalle, perchè svenuto dallo scoppio del gas grisù e portatolo fuori al sicuro. 

Le ditte dove ha lavorato sono: Angiolini, Parrini, Squillaci, Cisa, Sorgene, Lodigiani, Recchi, Ghella, e Sant'Elia.

 

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Documento inserito da: Rosa FERRARA (figlia)

Prot.: 13 del 20.02.2010

(Testo conforme a quanto riportato nella scheda inserimento dati)

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 08:31

FERRARA DIEGO 1919*

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DIEGO FERRARA 05.09.1919 - 25.07.1994    

 

Diego FERRARA nasce a Motta S. Giovanni il 5 settembre 1919.

Nel 1938 a soli diciannove anni lascia il suo paese per andare a Bolzano dove inizia a lavorare, tra mille difficoltà, alla costruzione di gallerie ferroviarie e trafori. I primi tempi sono difficili, durante la prima settimana e' costretto a sistemazioni di fortuna, ma la presenza di compaesani lo aiuta a integrarsi e a cominciare qust'avventura lavorativa che lo porterà in giro per l'Italia, in città come Sondrio, nella Maremma Toscana, in Sardegna, fino ad approdare in Sicilia, nella bellissima Taormina, per la costruzione dell'autostrada Messina-Catania, ultimo suo lavoro.

Il lavoro in galleria viene, però, bruscamente interrotto dalla II guerra mondiale. Diego fa parte del reparto avieri, e nel 1945 lungo la strada Orbetello-Siena, viene attaccato, assieme ai suoi commilitoni, dai nazisti. Tutti sono trucidati; lui e' tramortito con il calcio del fucile, e lasciato a terra con il cranio sfondato. Viene dichiarato morto, in realtà una famiglia di Manciano (Grosseto), lo porta in salvo in casa propria e lo cura nascondendolo; lo porta all'ospedale di Siena e lo aiuta nella lunga e difficile convalescenza.

Quest'episodio segnerà la vita di Diego, il ricordo dell'attacco nazista lo porterà a vivere momenti di paura e sconforto.

Dopo la guerra si sposa e ha 2 figli. Con la responsabilità di una famiglia sulle spalle, riparte in giro per l'Italia, alternando momenti positivi a momenti di sconforto, che lo costringeranno a non lavorare per alcuni periodi. La fortuna di Diego, però, nonostante la terribile esperienza passata, e' la presenza dei suoi paesani.

L'affetto, la solidarietà, il legame che unisce questi uomini, permetteranno a Diego di rimettersi in carreggiata e riprendere a lavorare. Purtroppo però il destino di questi uomini e' legato ad una malattia terribile, che e' la silicosi.

Giovani uomini, appena trentenni muoiono nel piccolo centro di Motta S. Giovanni. La malattia porta sofferenza, e lentamente, giorno dopo giorno, soffoca giovani vite.

E' il prezzo più alto da pagare per chi fa questo mestiere, insieme ai sacrifici e alla nostalgia per la lontananza da casa. Nostalgia mitigata solo dall'affetto e dall'amicizia di chi condivide lo stesso destino, gli amici, partiti insieme, o quelli che sono già nelle città in cui Diego si sposta per lavorare, che lo ospitano, lo aiutano e lo confortano.

L'ultimo lavoro che farà Diego sarà in Sicilia, a Taormina, non troppo lontano da casa, poi il 25 luglio del 1994 la silicosi si porterà via anche lui, facendogli, ancora una volta, raggiungere i tanti amici compaesani che gli sono stati vicini in vita.

Il lavoro faticoso fatto da Diego ha permesso ai suoi figli di studiare, di trovare un lavoro e di farsi a loro volta una famiglia. Oggi Diego, se fosse ancora tra noi, potrebbe godersi i suoi nipoti, di cui uno porte il suo nome, ma la "malattia della miniera", purtroppo, non ha permesso a qust'uomo, prima di veder crescere i suoi figli e poi di poter fare il nonno.

E' il duro prezzo che ha pagato chi, come lui, e' partito da questo sud, in cerca di una vita migliore.

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Documento inserito da: Vincenzo FERRARA (figlio)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 83 del 17.11.2011

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 08:28

DEVOLI VINCENZO 1922*

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DEVOLI VINCENZO 15.05.1922 - 31.03.2011    

 

Persona dedita alla famiglia e al lavoro, ha lavorato da minatore a: Madonna di Campiglio, Thione, Caderzone, Troina, Cittaducale e, da una testimonianza dell'amico OSVALDO Vincenzo, da ragazzo ha anche lavorato a Nera Montoro, perforando la discenderia della centrale elettrica, dai laghetti della gola del Nera. Ed altri posti ancora come, Domodossola e Melito P. Salvo.


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Documento inserito da: Caterina LEGATO (moglie)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 85 del 18.11.2011

Mercoledì, 11 Febbraio 2015 08:26

DEVOLI GIOVANNI 1924*

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DEVOLI GIOVANNI 22.03.1924 - 19.07.2011    

 

Durante la sua vita prestò la sua manodopera di minatore a La Spezia, Maratea, Melito P. Salvo, Cuneo, Ceresole Reale (TO), Levanne (TO) ed in altri posti ancora, lasciò alla sua famiglia un'eredità di fede e amore.

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Documento inserito da: Maria MELITO
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. n. 86 del 18.11.2011

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