IN QUESTA PAGINA TROVANO POSTO GLI ATTREZZI E LA TERMINOLOGIA USATI IN GALLERIA E MINIERA NEGLI ANNI 40/70.
Gli attrezzi originali, riportati nella documentazione fotografica che segue, sono collocati al Parco delle Rimembranze.
LAMPADA A CARBURO
La lampada usata era del tipo a carburo di calcio (CaC2) ed era composta da due parti sovrapposte (assomigliava vagamente alla caffettiera); la parte superiore conteneva l’acqua mentre quella inferiore conteneva il carburo; attraverso un condotto ed una vite di regolazione, l’acqua scendeva nella parte inferiore, così da innescare la reazione chimica con conseguente produzione di acetilene (C2H2) che fuoriusciva dalla parte superiore laterale, attraverso un condotto; il gas prodotto era idoneo a produrre una fiammella (bianca e luminosa), la cui intensità era facilmente controllabile attraverso la vite di regolazione dell’acqua. L’invenzione di tale lampada (risalente ai primi del secolo scorso), rivoluzionò i sistemi di illuminazione in miniere e gallerie allora usati e consistenti in lampade ad olio o petrolio.
PERFORATORE
Attrezzo con il quale si realizzavano i fori da mina. Era composto da due pezzi, il perforatore (Rivoltella) e la barramina (fioretto), azionati dall’aria compressa; l’avvento della perforazione meccanica sostituì immediatamente il lavoro manuale della “coppia di minatori”, che consisteva nell’uso esclusivo di barramina e mazza (mazzacoppia), nella quale, uno dei due batteva e l’altro reggeva la barramina, facendolo ruotare di un quarto di giro ad ogni colpo. Tuttavia, la nuova invenzione presentava non pochi problemi, dovuti alla polvere espulsa dal foro durante l’avanzamento della barramina (fioretto). Infatti, tale polvere andava diritta in faccia a colui che reggeva il perforatore (a spalla). Successivamente, è stata aggiunta l’acqua all’aria compressa.
In ultimo è stato aggiunto il braccio meccanico per sorreggere il perforatore. La foto accanto riporta delle punte diamantate per fioretto.
SCURE
La scure tipica dei minatori era caratterizzata dall’avere una lama stretta e lunga.
Tale caratteristica era determinante nel realizzare intagli ed innesti in profondità nel legname, in condizioni di poco spazio disponibile.
GRAPPA
Elemento di ferro sagomato a C, del diametro di 10/12 mm, generalmente lungo 30 cm con i lati di 8/10 cm forgiati a punta. Questo pezzo era l'unico elemento capace di trattenere il legname assieme. La caratteristica forma a “C” lo rendeva estremamente funzionale in quanto facilmente montabile e smontabile in tempi rapidissimi.
QUADRO
Struttura lignea composta da due elementi verticali (gambe) ed uno orizzontale (cappello) atta a mettere in sicurezza l’avanzamento. Nel caso di spinta laterale, la gamba appoggiava sul cappello con un dente (intaglio) che garantiva l’unione; nel caso di spinta verticale, il cappello appoggiava sulla gamba. Gli elementi lignei erano trattenuti assieme dalle “grappe” applicate agli angoli. In presenza di terreno instabile, gli elementi formanti il quadro, poggiavano su tavola chiamata “Rospo”, avente funzione di ripartire i carichi su una più ampia superficie di contatto con il terreno. Sul “Cappello” e tra un “Quadro e l’altro”, venivano inseriti i “Marciavanti” (tavole spesse cm 5/6 ca., con il finale tagliato a 45° verso il basso) a colpi di mazza fino al completamento dell'incastro. Gli operai che curavano tale attività erano chiamati “Minatori Imboscatori”.
VOLATA
Per l’avanzamento della galleria, si rendeva necessario l’abbattimento di porzioni di roccia in successione (Volata); tale operazione si svolgeva, inizialmente, con il praticare i fori e successivamente riempirli con l’esplosivo innescato, curando bene la lunghezza delle micce. Infatti, la lunghezza delle micce, abbinata alla disposizione ed inclinazione dei fori, determinava l’ordine di brillamento. Prima brillavano quelle interne (mine di cuore), asportando il materiale centrale (a forma di piramide o cono, tale effetto era dovuto all’inclinazione dei fori di carica verso il centro), successivamente, in ordine, brillavano quelle verso l’esterno, le “mine di scarico” e le “mine di contorno”. I colpi venivano contati scrupolosamente poiché, eventuali colpi inesplosi, rappresentavano un serio pericolo per i minatori.
AVANZAMENTO
L’avanzamento consisteva (normalmente) nella realizzazione dello scavo della parte superiore della galleria; seguiva lo scavo dello "strozzo centrale" e dello "strozzo laterale" (setti), in ultimo veniva scavato l'arco rovescio.
GORGIA
Le "gorgia" era un intaglio a forma ovale praticato nella trave in legno, per permettere l'alloggiamento di altra trave. Se necessario, veniva praticata pure la "controgorgia" sull'altra trave, al fine di eliminare i rischi di sfilamento e/o scorrimento reciproco.
CUBBIE
con questo termine venivano indicate le coppie di minatori (detti anche "soci"). Il termine è arcaico e si riferisce al tempo in cui i fori venivano praticati a mano, ossia, uno teneva la barramina (fioretto) e l'altro batteva con la mazza. Ad ogni colpo, la barramina veniva fatta ruotare di un quanto di giro, fino al completamento del foro. Per sospendere temporaneamente il lavoro (o per cambio ruoli) ed evitare di fraintendersi ed incorrere in incidenti (considerato l'elevato livello di rumore all'interno della galleria), i minatori avevano adottato il linguaggio dei segni: colui che teneva la barramina allungava l'indice e l'altro, immediatamente, smetteva di battere.
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