Mercoledì, 11 Febbraio 2015 10:27

SQUILLACI PASQUALE 1928*

Written by  Antonia SQUILLACI
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SQUILLACI Pasquale 25.07.1928 - 01.02.1997   

 

La vita dei minatori detta storia ad una delle pagine del diritto del lavoro, questo è uno degli eventi più significativi della vita di mio padre che e' stato costretto a scegliere il faticoso sofferto e lottato lavoro di "minatore", costretto perchè era l'unica fonte di sostenimento per la famiglia (il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio, il bisogno; Voltaire).

Ha scalfito profondamente la mia sensibilità ma ancor di più quella di mia madre che, a tutt'oggi, rievocando quei momenti, si cela sul viso un triste velo e si riempiono gli occhi di lacrime.

Si tratta di un accadimento come tanti altri, tutti i momenti di questa triste vita lavorativa sono tali da profondo ricordo indelebile, dove si mette in rilievo un passato molto drammatico della vita di un uomo quale mio padre come tanti altri, che ha svolto questo usurante mestiere "il minatore".

Correva l'anno 21/06/1963 e mio padre SQUILLACI Pasquale nato a Motta S. Giovanni il 25/07/1928 ed ivi morto il 01/02/1997, si recò all'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro le Malattie (i.n.a.i.l.) nella sede di Torino e rilasciatogli un libretto di lavoro mod. 503 con la dicitura "libretto di iscrizione n. 2644899 TO", datato 11/07/1963 sez. territoriale di Condove 7 sett. Ind. Cat. Op (operaio) domiciliato in Susa (TO).

Da qui mio padre il giorno 21/06/1963 con la suddetta qualifica viene inviato alla ditta Angiolini Bortolotti & Scavarda con sede Via Palazzo di Citta' 23 Susa (TO) per la destinazione Moncenisio, localita' nell'alta Val di Susa con altitudine 1640 m. s.l.m..

Questo, e' uno dei tanti episodi rimasti indelebili nella mente per la sopravvivenza, si faceva di tutto anche doppi turni di lavoro in qualsiasi condizione atmosferica per poter mantenere la famiglia, fino allo sfinimento per poter a fine mese inviare dei soldi a casa questa la triste realtà.

Mentre il lavoro proseguiva in condizioni disumane, lo stato fisico si usurava sempre più ed a volte a posto della pausa pranzo preferiva riposarsi, queste le testimonianze che raccontava a mia madre, il capo squadra della ditta Angiolini Bortolotti accortosi dello stato di declino fisico cui mio padre stava attraversando, aveva deciso di mandarlo a casa per curarsi ... Non sapendo se sarebbe potuto ritornare visto il grave impatto climatico cui giornalmente era sottoposto . Stando sottoposto all'elevata umidità e freddo aveva perso completamente la voce oggi si dice "afonia" perdita completa della voce dove viene compromesso l'apparato respiratorio e laringe dove a contatto con le polveri viene compromesso un grave processo infiammatorio che diventa uno stato irritante e batteriologico, da qui perdita totale della voce, dove il primo rimedio e' il riposo in ambiente riscaldato, tutto il contrario di quello che poteva essere.

Arrivato a casa senza preavviso, poichè il telefono non c'era e la lettera sarebbe arrivata dopo di lui, la reazione di mia madre e' stata talmente forte che le e' rimasta quell'immagine scolpita nella mente nel vederlo gesticolare perchè non poteva parlare e spiegare il perchè si trovasse li in quel momento.

 

Questo mette in evidenza la sofferenza e le condizioni in cui i minatori vivevano, non ci si può nemmeno immaginare una vita quotidiana sotto queste vessazioni e anche con turni notturni, dovendo accettare quell'odissea... Per il sostenimento della famiglia.


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Documento inserito da: Antonia SQUILLACI (figlia)
(Testo conforme a quanto riportato nella scheda d'inserimento dati)
Prot. 21 del 01.03.2012

Read 1720 times Last modified on Mercoledì, 13 Aprile 2016 19:08

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