Spett. Associazione Minatori Mottesi

"COMMEMORARE PER RICORDARE"

 

   E' con prfondo rispetto che vi affido questi miei pensieri nel ricordo dei vostri cari minatori, alcuni dei quali ho curato e che tutti ho amato.

   Io, come voi, sono nato in questo paese, ove ho lavorato nelle vostre case con passione e spirito di servizio e dove ogni volta che torno mi è sempre dolce sentire il calore delle vostre strette di mano, ritrovare nei vostri sguardi sentimenti di amicizia mai dimenticati, rivedere case assolate, verdi campagne, strisce di mare all'orizzonte, giochi d'infanzia che non si usano più, in questo paese "Motta San Giovanni" sempre a me vicino anche nella lontananza, in questo paese dove riposa il mio DNA, dove cerco ancora antiche verità e giovani emozioni.

   Carissime amiche vi scrivo ora perchè il tempo mi è tiranno e non so se avrò ancora l'opportunità di far parte della Commissione per l'indicazione del premio "MINATORE D'ORO" simbolo glorioso delle nostre tragedie, ma anche simbolo della nostra rinascita.

   Qust'anno, come è noto, lo abbiamo assegnato alle gentili signore Patrizia Saias e Valentina Zurru, due donne del nostro tempo, sarde di nascita, le quali affrontano giorno dopo giorno con pari dignità e capacità degli uomini, un lavoro rischioso e durissimo nel profondo cuore della montagna, così come hanno fatto i nostri eroi minatori, ma il premio è stato dedicato a voi, che avete con onore e con amore raccolto il testimone della memoria e sopratutto a tutte le donne del nostro Comune di Motta San Giovanni, a quelle donne che hanno speso la loro vita accanto alle sofferenze dei loro grandi invalidi e lo abbiamo fatto proprio ora che il problema delle donne esige profonda consapevolezza e profondo intervento sociale e morale a difesa della loro vita e della loro dignità.

   Se l'uomo è stato ed è il braccio forte del nucleo familiare, la donna è stata ed è la roccia granitica della accoglienza e della tolleranza, la molla dell'educazione dei figli, il rifugio di ogni esigenza, la carta assorbente di ogni dolore.

   Ci domandiamo cosa sarebbe stata la famiglia dei grandi invalidi silicotici senza la donna, la mamma, la moglie, la sorella.

   Io, per la mia piccola parte con la quale ho condiviso per tanti anni le loro angosce tra spasmi e speranze, ho innalzato nel mio cuore un monumento di grandezza per il loro coraggio, per la loro dedizione, per il loro incommensurabile amore con i quali hanno sempre tenuto accesa la speranza della pur impossibile salvezza dei loro uomini.

   A voi carissime amiche e a quelle donne, ammantate di dolore e dal cuore ardente d'amore mi sia consentito, di dedicare la mia fraterna gratitudine, orgoglioso di avere speso il mio pur modesto impegno professionale accanto alla sofferenza, dei vostri grandi invalidi, accanto al loro sudore, al loro affannoso respiro, accanto al loro sangue da cui ho ricevuto un esercito di anticorpi che hanno immunizzato e protetto il mio corpo e che ancora oggi alimentano di luce la mio anima.

 

Con stima e con affetto

Mimmo Cuzzucrea

Reggio Calabria 23.09.2013

 

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Documento inserito da: Dott. Domenico CUZZUCREA

Prot. n. 57 del 30.09.2013

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