La tragedia di Troina 1950

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Da "Il Corriere di Catania" di Giovedì 8 dicembre 1950

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Una orribile impressionante disgrazia, che ha profondamente commosso e rattristito la popolazione dell'intera provincia, è avvenuta ieri sera, poco dopo le 21,30 in una galleria in costruzione da parte della "Sogene" per conto dell'Ente Siciliano di Elettricità.

Una disgrazia senza precedenti in Sicilia, che ha avuto un triste bilancio di tredici morti ed alcuni intossicati da esalazioni gassose, i quali sono ricoverati in corsie di vari ospedali.

Ed ecco come sono andati i fatti.
Da due giorni nei cantieri della "Sogene" i minatori erano in sciopero, per una vertenza, che alla fine era venuta ad un soddisfacente componimento. 

Foto1 -La Tragedia di Troina Ieri sera, pertanto in previsione della ripresa del lavoro, il "capo finestra" Lorenzoni Gino, in compagnia degli operai Giannotti Armando e Castelli Gildo, si recavano nella galleria, lunga 353 metri, che attraversa Troina, per sboccare nella diga di Ancipa, al fine di eseguire una ispezione tendente ad accertare l'entità della esalazione di gas.
Avevano potuto fare appena 250 metri nell'interno della galleria, quand'ecco una terribile esplosione scuotere fin dalle fondamenta l'abitato di Troina.
S'era verificato una esplosione di grisou nell'interno della galleria.
L'esplosione e lo scuotimento tellurico richiamavano subito l'attenzione del direttore dei lavori della «Sogene», Sig. Giulio Panini, 27enne, da Roma, il quale, coraggiosamente, ignorando che i tre operai erano stati ridotti in brandelli dall'esplosione, penetrava, nel vano tentativo di salvarli; nella galleria piena di gas, in compagnia dei geometri Vito e Amabile Colarossi; rispettivamente di anni 28 e 26, nativi di Rocca di Mezzo (L'Aquila). Fatti, però, appena 150 metri i tre coraggiosi, vinti dalle esalazioni, si abbattevano al suolo, decedendo miserabilmente per asfissia.
Non vedendoli tornar fuori i timorosi della loro sorte, alcuno operai e tecnici con gesto di generosa nobiltà, decidevano per tentare un salvataggio, di entrare nella galleria, nella quale penetravano uno dietro l'altro, Verducci Carmelo di Annunziato, 42enne, da Motta S. Giovanni (R. Calabria), padre di nove figli, Stati Giuseppe, di Antonino, da Capistrelli (L'Aquila), 34enne, Vergari Benedetto di Tommaso, 49enne, da Subiaco (Roma), Capasso Francesco di Sebastiano, 42nne, da Enna, padre di cinque figli, Tuccio Angelo, 34enne, da Susegano (Treviso) e Muscarà Antonino, 18enne da Palagonia, questi ultimi due operai della «Lodigiana», che costruisce la diga.
Anche questi sette trovarono nell'interno della galleria orribile morte, e certamente il numero delle vittime sarebbe cresciuto se l'Ing. Hoffmann, riuscendo a dominare la situazione, non avesse impedito che altri entrassero nella galleria. Frattanto, intervenivano, per recare aiuto, l'Ing. Paolo Lodigiani e alcuni suoi operai, volontari della coraggiosa intrapresa, che penetravano nella galleria nel tentativo di recuperare qualche cadavere.
Dalla galleria vennero, a poco poco, tra mille difficoltà, estratti undici cadaveri: degli altri due nessuna traccia.
Le salme, pietosamente composte, sono state, tra generale cordoglio, trasportate nella Chiesa di Troina, dove domattina alle ore 10 avranno luogo le solenni onoranze funebri con la partecipazione di tutte le autorità provinciali."


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